Salvatore Satta
Giurista e Scrittore, nato a Nuoro nel 1902 e morto nel 1975
Fu uno dei più grandi giuristi italiani e tra i più grandi narratori la cui produzione narrativa viene scoperta e pubblicata postuma. Giovanni Salvatore noto come Salvatore , era l’ultimo figlio del notaio Salvatore Giovanni Paolo Satta (parente del poeta Sebastiano Satta) e di Valentina Mariantonia Galfrè. Dopo aver frequentato il Liceo Ginnasio Statale Giorgio Asproni di Nuoro conseguì la licenza liceale a Sassari presso il Liceo Azuni nel 1920, laureandosi poi nella stessa città in Giurisprudenza nel 1924 con tesi sul Sistema revocativo fallimentare. Inizia la sua carriera accademica nel 1934 presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Camerino. Diventato ordinario nel 1937 all’Università di Padova, Genova (1938-1958) e Roma (1958-1975) di cui sarà anche preside dal 1965 al 1966. In quelle facoltà terrà i corsi di Diritto Fallimentare e di Diritto Processuale Civile. Dal 1945 al 1946 è Rettore dell’Università di Trieste. Dal 1973 è Socio Nazionale dei Lincei. Sposa nel 1939 Laura Boschian assistente alla Cattedra di Letteratura Russa a Padova, dalla quale ebbe due figli: Filippo e Luigi (Gino). Negli anni universitari pubblica diversi studi giuridici, tra cui il più importante è il Commentario al Codice di Procedura Civile, un’opera in cinque volumi che ne hanno fatto uno dei più noti processuali-civilisti italiani del dopo guerra. Nel 1948 pubblica il Manuale Diritto Processuale Civile a lungo adottato come libro di testo di diritto civile nelle più prestigiose università italiane. Poi Istituzioni di Diritto Fallimentare.

Dopo la sua morte la famiglia riprese le vecchie carte del giurista, scoprendovi il dattiloscritto Il giorno del giudizio (in seguito venne trovato nelle pagine di una vecchia agenda anche il manoscritto). Satta aveva iniziato a scriverlo nel 1970 riesumando nella sua memoria le immagini degli abitanti , ormai quasi tutti morti, che vivevano a Nuoro, la città della sua infanzia. Pubblicato nel 1977 dalla casa editrice Cedam e inizialmente ignorato diventa un caso letterario quando viene ripubblicato dalla Adelphi (1979). Tradotto in 19 lingue è considerato un’opera letteraria di grande spessore e riscuote ampi consensi da parte della critica più qualificata.
