Salvatore Mannironi
Nato a Nuoro nel 1901 e morto nel 1971, Avvocato, Politico, Deputato e Senatore della Repubblica Italiana
Nato in una famiglia di piccoli allevatori, sulla sua prima formazione ebbero un’importanza fondamentale la madre e lo zio sacerdote il Canonico Pasquale Lutzu, da cui fu avviato agli studi. Frequentò le scuole prima a Nuoro e poi a Cagliari e negli anni del Liceo, partecipò attivamente alla vita dell’Azione Cattolica. Nel 1918 si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza a Pisa, dove iniziò l’attività politica con la partecipazione nel 1919 a fianco di Gronchi alla campagna elettorale del neocostituito Partito Popolare Italiano, in vista delle elezioni che si sarebbero svolte nel novembre di quell’anno. In Sardegna, con l’aiuto di un piccolo gruppo di militanti cattolici e popolari, fondò la sezione nuorese del Partito Popolare e dette via al giornale L’Avvenire di Nuoro. Nel 1922, dopo la laurea rientra stabilmente nell’isola e si batte perchè il PPI si svincolasse dalla collaborazione con il governo Mussolini, mostrandosi apertamente favorevole a un’alleanza parlamentare tra socialisti e popolari. Attraverso i circoli di Azione Cattolica e le sedi del partito popolare, insieme ad altri amici sardi da fiero e irriducibile oppositore continuò la battaglia contro l’avanzata del fascismo servendosi anche di giornali e riviste locali e nazionali ( l’Ortobene di Nuoro, Libertà di Sassari, l’Avvenire di Nuoro, Gioventù Italiana ed altri). Parallelamente all’azione politica, svolse attività nel campo della professione forense e in quello dell’apostolato cattolico, delegato regionale della Gioventù Cattolica e Presidente Diocesano degli Uomini Cattolici di Nuoro, collaborò attivamente all’azione pastorale dei presuli che negli anni Venti e Trenta si susseguirono sulla cattedra vescovile di Nuoro, animò i congressi locali e partecipò a quelli nazionali, fondando nel Nuorese e nel resto della Sardegna numerosi circoli.

Antifascista e irriducibile oppositore del regime nel 1943 insieme con il fratello Cosimo fu arrestato e quindi trasferito successivamente nelle carceri di Cagliari, Oristano e Roma e infine inviato al confine a Isernia. Tornato in libertà dopo l’8 settembre, rimase bloccato a Isernia per un violento bombardamento e solo nel successivo dicembre potè rientrare in Sardegna. Tra i fondatori della Democrazia Cristiana in Sardegna, fu Segretario provinciale, poi Delegato Regionale e partecipò attivamente alla vita politico-amministrativa sarda in qualità di membro della giunta provinciale di Nuoro (1944-1946) e componente della Prima Consulta Regionale Sarda (1945); fu anche Presidente della Camera di Commercio di Nuoro (1945-1953). Nel 1948 fu eletto Deputato, carica in cui fu confermato fino al 1968. Numerosi furono gli incarichi parlamentari governativi affidatigli dal gennaio 1954. Fu membro della Commissione Finanza e Tesoro, della Commissione di Vigilanza sulla radiodiffusione, della Giunta per le autorizzazioni a procedere e della Giunta Trattati. Fu Sotto Segretario ai Trasporti, alle Finanze, all’Agricoltura, al Lavoro e Previdenza Sociale, alla Marina Mercantile, al Dicastero di Grazia e Giustizia. Nel 1968 eletto al Senato. dove pure ricoprì diversi incarichi. Membro della Giunta delle Elezioni, della Commissione Giustizia, della Giunta Consultiva per gli Affari della Comunità Europea e Segretario della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul fenomeno della Mafia in Sicilia. Fu inoltre nuovamente Sotto Segretario alla Marina Mercantile nel 1969-1970, fino alla morte fu Ministro dello stesso dicastero.
