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Mariangela Maccioni

Insegnante, politica, scrittrice nata a Nuoro nel 1891 e morta nel 1958

Antifascista e sardista viene ricordata come ” La maestra resistente”. Suo padre Sebastiano , socialista e fondatore della prima società operaia a Nuoro, le aveva trasmesso l’amore per l’insegnamento in una casa piccola e spoglia ma ricca di cultura. Gli anni della prima guerra mondiale furono drammatici a causa della morte del padre e dei fratelli e della cecità di sua madre, Giuseppina. Appassionata di filosofia politica e buddista, la giovane donna studiava e scriveva senza tregua, leggeva libri di francese e poesie sarde. Il suo salotto era un vero e proprio circolo letterario. Riceveva i suoi amici tra confidenze, lettere impegnate e interi cicli di lezioni di storia locale. Una cultura aperta, mai supponente, ricca di amore per i propri ideali. L’amicizia ” scandalosa” con l’antropologo Raffello Marchi , a cui era legata da affinità elettiva e voglia di confrontarsi e con cui faceva lunghe passeggiate sulle strade campestri, era continuo oggetto di maldicenze tanto che i due decisero, per pura formalità e pere contenta la madre di lei, di sposarsi, promettendosi reciprocamente di mantenere fede al tacito giuramento di libertà, principio sovrano della loro vita. La loro casa divenne presto un focolare acceso di fede antifascista -racconta la sua amica scrittrice Maria Giacobbee i giovani che avevano goduto del suo insegnamento sui banchi di scuola continuavano ad andare da lei per avere ancora parole di verità. Per questa sua posizione antifascista venne perseguitata e attenzionata dalle autorità fasciste nuoresi. tanto da metterla al bando dalla vita pubblica. Ha aderito prima al Partito Sardo d’Azione poi al Movimento Cristiano per la Pace e nel 1978 si è candidata nella lista del Fronte Popolare. Ha fatto parte dell’UDI (Unione Donne Italiane). Mariangela Maccioni ha vissuto libera, autodeterminata e consapevole.

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